I tarocchi della musa tersicore


Sono decisa e scura in volto. Oggi, mi travesto di buio e danzo. Sono la Musa del movimento ritmico, Tersicore, il mio nome viene dalla parola greca τερπέω (mi piace) e χoρός (danza). Ispiratrice dell’espressione creativa che il corpo può regalare a sé, agli altri, non m’ importa dei riflettori, piccoli inutili fuochi: non riscaldano l’anima.

L’oscurità è a basso costo, in fondo.

Trovare il Bene nel Male è l’imperativo dell’Arte in questo momento.

Così è anche per l’Arte Divinatoria: fin da epoche remote, come sappiamo, la cartomanzia aiuta a trovare la via. Un percorso difficile, uno scenario attuale, in sole tre carte: una per chi è vivo, una per chi è morto, una per l’esito finale. Spaccherò il mazzo completo di arcani maggiori e minori in tre gruppi di carte, che via via volterò all’ insù, rivelando l’ultima carta posta sotto.
L’oscurità è sempre stata sinonimo del femminile creativo che vive dentro tutti.

È nell’oscurità che l’energia matrice raggiunge il suo massimo.

È nell’oscurità che spesso ci sentiamo abbastanza al sicuro da diventare noi stessi e che le nostre emozioni più profonde vengono a galla, come bolle d’aria dal fondo del mare.

É nell’oscurità che ci travolge l’insicurezza, ma la combattiamo perché la Vita è luce, è artiglio d’aquila, ma anche volo di colomba quando riesce ad evitare i proiettili. E’ il momento di permettere alle ombre innocenti di danzare con me, prima che siano libere per sempre.

proiettili

Una danza per onorarle e per non concedere alla paura di lasciarci seduti, al buio. Un tempo di inganni, di manipolazione, di ipocrisie.

Il tempo del silenzio per coloro che non parleranno mai più e vorrebbero poterlo fare. Il tempo del silenzio per quelli che calano la testa ed accettano il giogo.

Un tempo in cui le tenebre mangiano le tenebre ed i veri mostri sono lontani dai boati e dalle esplosioni. Ma la creatività non è morta e tra le macerie si innalzano le note di una canzone, scritta nel 1964 da Simon e Garfunkel, nella versione dei Disturbed del nuovo millennio.
Danzo per i morti e per i vivi. Il mazzo prezioso di arcani è ai miei piedi. Mi elevo verso l’alto, come un arco di forma umana, tendini e muscoli a superare la forza di gravità che attanaglia gli umani al pianeta, buoni e cattivi, un’unica sorte. Mi abbasso in ginocchio, mi raggomitolo in un lampo, e spacco il mazzo tre volte. La musica, come sempre, mi guida.

Hello darkness, my old friend
I’ve come to talk with you again
Because a vision softly creeping
Left its seeds while I was sleeping
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence

Ciao oscurità, vecchia amica mia
son venuta per parlare ancora con te
perché una visione strisciando senza far rumore
si è infilata mentre stavo dormendo
E quella visione mi si è piantata nella testa,
e là rimane ancora
nel casino del silenzio

La prima carta è per i vivi: cinque di spade

spade

Lo smarrimento che accomuna i senzienti quando ci si accorge di aver perso qualcosa di fondamentale: la pace.

In restless dreams I walked alone
Narrow streets of cobblestone
‘Neath the halo of a street lamp
I turned my collar to the cold and damp
When my eyes were stabbed by the flash of a phosphor light
That split the night
And touched the sound of silence

Nei miei sogni agitati camminavo da sola
strade disseminate di pietre e mattoni
sotto la tenue luce di un lampione
Alzai il mio bavero per il freddo e per l’umidità
quando i miei occhi vennero trafitti dal flash di una luce al fosforo
che squarciò la notte
e scosse il frastuono del silenzio

La seconda carta è per i morti: l’Eremita

Il grande Maestro, colui che aiuta coloro che si sono persi. Avanzando non brancola alla cieca, una luce rischiara la sua avanzata infaticabile.

Una carta che non permette illusioni, che ricorda a tutti che la nostra consapevolezza è infinitesimale in confronto a quello che tuttavia si ignora.

Un arcano che allontana ogni forma di calore umano, ogni abbraccio, ogni carezza. Il ricordo e la tristezza.

eremita

And in the naked light I saw
Ten thousand people, maybe more.
People talking without speaking,
People hearing without listening,
People writing songs that voices
Never share
And no one dared
Disturb the sound of silence.

E nella luce vivida vidi
Diecimila persone, forse più
Persone che conversavano senza parlare
Persone che udivano senza ascoltare
Persone che scrivevano canzoni che nessuna voce avrebbe mai cantato
E nessuno osava disturbare
Il rumore del silenzio.

La terza carta, l’esito: La Giustizia

L’ armonia e l’equità proteggono i giusti.

In mano la spada della Fatalità, non vi è punizione ma l’implacabile ristabilirsi di ogni equilibrio infranto.

Ad una fase di sovraeccitazione deve seguire una passività riparatrice. Sulla fronte brilla il simbolo solare, perché il Sole spirituale è il grande coordinatore che assegna un ruolo a tutti gli esseri ed un posto a tutte le cose. Lo strumento che ripara gli errori commessi è proprio la bilancia, le cui oscillazioni riportano l’equilibrio.

giustizia

Ogni sentimento, ogni risata, ogni lacrima, ogni maledizione, ogni invocazione, ogni vita salvata, ogni morte, influiscono sulla sua asta: ne derivano accumulazioni equivalenti che avranno ripercussioni fatali, nel bene e nel male.

Portatrice di equilibrio quindi, infatti ad ogni essere umano è chiesto solo ciò che rientra nei suoi mezzi, questo tarocco fa in modo che i destini vengano pesati così come le conseguenze di ogni azione.

“Fools,” said I, “You do not know –
Silence like a cancer grows.
Hear my words that I might teach you.
Take my arms that I might
reach you.”
But my words like silent raindrops fell
And echoed in the wells of silence

And the people bowed and prayed
To the phosphor god they made.
And the sign flashed out its warning
In the words that it was forming.
And the sign said: “ The words
of the prophets are written
on the subway walls
And destroyed tenement halls
And whispered the sound of silence.

“State fuori” dissi, “Non sapete che
Il silenzio cresce come un cancro
Sentite le parole che potrei insegnarvi
Prendete le mie braccia con le quali potrei raggiungervi.”
Ma le mie parole come gocce di pioggia senza suono
Caddero ed echeggiarono nei pozzi del silenzio

E le persone piegate a pregare
il dio fosforo che si erano creati
E la scritta saettò il suo monito
nelle parole che si stavano formando
E l’insegna diceva: “Le parole
dei profeti sono scritte
sui muri delle metropolitane
Nei corridoi delle case popolari distrutte
E mormorano il suono del silenzio”.

Per essere felici, bisogna aver sofferto.

arcane

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