EsotericArca-La dea Gatta


esoterica

Il sogno di un gatto? È un luogo caldo che lo accolga, magari un umano amichevole che lo accarezzi, la pancia piena e battaglie amorose: e se capita invece di sognarlo? Gli animali, da sempre, fanno parte della vita quotidiana dell’essere umano: nei secoli li abbiamo caricati a volte del nostro lavoro, di difendere con la loro presenza il nostro territorio, a volte di significati simbolici che sono cambiati nel tempo e ci accompagnano nel nostro cammino spesso scivolando anche nei nostri sogni, portatori di novità o di riflessioni. Infatti in molte culture la figura del gatto prende sembianze femminili diventando una vera e propria divinità. Non è difficile trovare in testi sacri sparsi per il mondo in diverse lingue la figura della dea Gatta.

Citando Widdmann…

Una leggenda narra che nell’Arca di Noè c’erano i topi ma non i gatti, che ancora non erano stati creati; i topi si riprodussero tanto rapidamente da infestare la grande Barca, e Dio diede incarico al Leone di porre rimedio alla cosa; ma come l’aquila non mangia le mosche, così il Leone guardò le piccole creature e decise che erano troppo minuscole per lui: sternutì e dalle sue narici uscirono due gatti, uno maschio ed una femmina.

Anche in questa leggenda si capisce che il gatto è della stessa natura del leone, ha la sua stessa vocazione: è un predatore, in quanto tale più intelligente tra i mammiferi di piccole dimensioni, è un cacciatore solitario. A differenza del cane che si lancia sulla preda, a volte anche in gruppo, è un esperto di attesa e un campione di pazienza.

La Dea Gatta

Nella cartomanzia, o meglio, nel Mondo del Sogno i gatti mediano il re-incontrarsi, il ritrovarsi, con il terreno nativo, inteso come le proprie radici, il passato, la propria terra – o anche la propria madre – da cui, alcune persone, durante la vita, sono state sradicate. È un elemento “femmina”, appartiene cioè al simbolismo femminile ed è anche associato all’energia sensuale: motivo per cui nel buio del Medioevo a causa del potere del clero, venne paragonato al Diavolo: erano infatti i preti, specchio dell’epoca triste di cui parliamo, ad avere il potere di inculcare nella povera gente l’idea che il buon cristiano fosse come un topolino, inseguito dal gatto, che lo avrebbe attirato all’inferno.

Il Gatto nella Smorfia Napoletana

Nella Smorfia napoletana, utilizzata fin dalla fine del 1700 dai giocatori di numeri, è proprio ad una Gatta che si associa il numero Tre: quando a Napoli si sogna la caduta di un dente, è un sogno negativo che porta brutte notizie riguardanti il parentado, ebbene secondo la tradizione partenopea si annulla il potere profetico del sogno scrivendosi addosso con dell’inchiostro il numero tre, oppure giocandolo al lotto. Notoriamente il gatto è un’individualista, cioè non crea il branco come fanno i cani: quando se ne sognano tanti può darsi che il nostro inconscio ci chieda di essere un po’ più concentrati su noi stessi, più autonomi, appunto.

Un gatto che ci soffia o ci graffia in sogno, può essere un’immagine che la nostra mente ci invia per sottolineare un’energia sessuale repressa. In ogni sogno che facciamo appaiono sempre schegge di noi stessi, i sogni ci inviano segnali precisi. Sognare un micino che miagola può rappresentare l’invito che la nostra mente ci dà per imparare ad ascoltarci di più.

In antico Egitto, per secoli fu venerata la Dea Bastet, la Dea Gatta, protettrice delle Donne e del parto. Anche tra gli oggetti delle donne romane dell’Impero, sulla toeletta tra la spazzola e lo specchio d’argento levigato, c’era la statuetta di Bastet a vegliare sulla loro giornata.

Nel Mondo musulmano c’è un grande rispetto del gatto. Perfino il Profeta Maometto amava molto una gatta e non se ne separava mai! La saggezza dell’animale e quella dell’uomo Saggio si mescolavano, creando un forte rapporto reciproco. Il Profeta, in una leggenda “la carezza tre volte lungo la schiena: ed è così che sono nate le striature sul mantello dei gatti.

Non solo, quella carezza di Maometto donò a tutti i gatti che sarebbero venuti dopo di lei. Il potere di atterrare sempre sulle quattro zampe, da qualunque altezza cadessero, le proverbiali nove vite. Nonché un posto in Paradiso”! Il gatto è comunque parte anche del cuore del Nord Europa. I vichinghi, infatti, viaggiavano per mare in lungo e in largo, con gatti a bordo. Questi li aiutavano a combattere i piccoli invasori. E la Dea Freya che li proteggeva col suo Fuoco sacro, aveva il suo gatto sempre al fianco, benché non avesse alcuna paura dei topi.

Se è vero che

La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali.
(M. Gandhi).

Ad oggi il piccolo felino può stare più o meno simpatico. Ma dobbiamo ammettere che è una parte preziosa della nostra storia reale o magica e, speriamo, del nostro futuro su questo ed altri Mondi.

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