Una formica da sola non è una formica
Eccone una fila intera, piccole nobili creature, troveranno posto nell’Arca Magica, marciando orgogliosamente come un esercito. Si svilupparono circa 150 milioni di anni fa, più o meno durante il Cretaceo: minuscolo e aggressivo insetto volante che perse le ali nell’evoluzione della specie quasi del tutto, così come la capacità di volare, che resta alle Regine vergini ed ai maschi per un dato periodo di tempo.
Nel momento in cui volano, infatti, si crea un nuovo formicaio. Attraverso il loro Tam-Tam segreto sembrano darsi appuntamento, convergendo da tutti i formicai della stessa zona e negli stessi giorni dell’anno,
in una magica svolazzante danza in aria.
Dopo le danze, le Regine si rintanano per lungo tempo nella terra, al fine di produrre nuova vita. Il loro modo di comunicare sembra apparentemente essere costituito da tutta una serie di colpetti con le antenne, ma
potrebbero anche godere di un certo grado di telepatia, alla faccia di noi Homo molto Sapiens.
Individualmente sono mediamente intelligenti, ma tutte insieme acquisiscono una Memoria Sociale e di gruppo, sviluppando conoscenze comuni, fatte di dati e nozioni, non solo di reazioni istintive. Crescono realmente insieme, quello che sa una sa l’altra, aldilà dei ruoli che ogni essere si assume all’ interno della colonia: più numeroso è il formicaio, più potente ed evoluta sarà la tribù di formiche. Esistono colonie che si sviluppano per decenni e sono costituite da milioni di formiche, formicai complessi con sfoghi ed uscite per l’acqua della pioggia.
Si può affermare che tutte insieme, sono molto intelligenti. Nei formicai la vita è suddivisa in ruoli definiti: operaie, soldati e Regine.
Tra i soldati esistono dei reparti di guardie che riportano nelle file le operaie distratte e se qualcuna è troppo fragile o ferita per fare il suo lavoro fa una brutta fine ma non si butta via niente.
Il lavoro delle operaie è portare cibo, pezzetti di foglie e materiali vari al formicaio e ne vanno molto orgogliose. In realtà sono costruite geneticamente per trasportare cibo. La formica possiede infatti all’entrata dell’addome una tasca, che si potrebbe chiamare la Tasca Tribale o Tasca Sociale, che non serve a digerire: il cibo accumulato si mantiene intatto fino a destinazione, fino ai depositi della tribù.
Questa tasca è piena di una specie di zucchero, se una formica ha fame sollecita con le antenne una compagna che le sgancia subito un po’ di pappa. Fare così, ossia nutrire i più deboli del proprio gruppo non si definisce ama il prossimo tuo, anche se gli somiglia, ha un termine scientifico: Trofallassi ed è la cosa per la quale vivono le formiche. Lo scopo per il quale nascono, la vita sociale, le virtù e la politica del formicaio è questo. Donare cibo equivale a donare vita al proprio gruppo e questo genera nella piccola guerriera un grande benessere.
Sembra che dica: sorella, se tu stai bene, sto bene anch’ io.
Una considerazione che da umani, dovremo tenere a mente, se davvero come dicono i segni, il nuovo millennio ci porta la fine della globalizzazione.
Piccolo animale devoto ed altruista, non esita a morire in missione: un’operaia che trasporta una ninfa, un cucciolo diciamo, anche se ferita a morte, con sole due zampe magari, si trascinerà nel luogo più sicuro per salvare la sua protetta. Achille, eroe greco invincibile dall’unico punto debole, il tallone, guida un esercito di guerrieri leggendari, i Mirmidoni, un corpo militare che obbedisce ciecamente agli ordini del capo.
Il termine deriva dal greco μύρμηξ,formiche esserini senza paura che non si fermano mai, nemmeno davanti alla morte.
Quei feroci guerrieri guidati da Achille sono forse i più valorosi a combattere nella guerra di Troia, così come cita Omero nell’Iliade. I Mirmidoni di Achille avevano una lucente armatura nera, in fila ed armati parevano evidentemente formiche.
In latino è formicula da cui deriva la tecnica divinatoria chiamata formicolamanzia, che si pratica solo con formiche vive, poi liberate ed i quattro punti cardinali.
Nel mondo italico del IV secolo d.C. visse Servio Mario Onorato, uno studioso che riportò la leggenda di Mirmice, una ragazza dell’Attica, in Grecia, devota ad Atena. La leggenda spiega il motivo per cui nella lingua greca la formica è denominata mýrmex, (μύρμηξ) . Mírmice era quindi una giovane povera ma onesta, una lavoratrice. Aveva cioè le qualità che facevano di lei una prediletta della Dea protettrice dell’Attica.
Il giorno in cui la Dea inventò l’aratro per alleggerire la fatica degli uomini che lavoravano nei campi, Mírmice ebbe l’idea di migliorare il nuovo strumento aggiungendovi un manico. La ragazza si vantò di aver perfezionato l’invenzione della Dea: allora, Atena, abbastanza arrabbiata, la trasformò in formica. Da quel momento Mírmice, e con lei tutta la stirpe delle formiche che da lei discende e prende nome, percorre i campi in cerca di frumento.
Ostinata e coraggiosa, è da sempre, il simbolo della vita organizzata, della cura alla collettività e della laboriosità.
Vanno in battaglia armate di una corazza naturale e di una precisa strategia: alcune specie utilizzano proprio la grande massa di operaie/soldati per annientare il nemico. Associo la formica all’arcano della stabilità e del lavoro ingegnoso: il quattro di bastoni, la carta che più di tutte rappresenta la comunità.
Esotericamente è un Portafortuna su zampette. Se te la trovi addosso, soffiala via senza farle male e la Dea bendata ti darà una mano. In qualcosa ci somiglia, vero? Se non la smettiamo di fare i cattivi tra di noi, potrebbe ereditare con gran merito il pianeta. Smettiamola con questa storia della specie eletta: se le zanzare avessero l’organizzazione delle formiche, o le formiche la fame delle zanzare, saremmo estinti da un pezzo.
Credi di sapere tutto sulla Natura? Aspetta di sentire le formiche che il Giorno del Giudizio si alzeranno a cantare.
(Fabrizio Caramagna)