Stretta tra due palazzi, la casa dal tetto piatto a due piani sembra non avere altra aria che quella dell’abbandono. Mattonelle anni ‘70 verde scuro ricoprono la facciata ed anche due strane vasche larghe un metro ai lati della porta d’ingresso. Sembrano giganteschi lavandini, pieni di robaccia. Molte mattonelle sono cadute nel minuscolo spazio anteriore che forse era un giardinetto, staccate dal tempo, altre mostrano il solco dell’acqua piovana. La strada su cui affaccia è molto affollata, di macchine, autobus, persone ma logicamente, le quattro finestre sia sotto che sopra, hanno i vetri rotti e sembra cieca.
Perché sono qui? Perché lei mi ha invocata.
Vado proprio dove voglio, comunque, da secoli anche in posti assurdi come questo, se gli umani la chiamano Casa. Conosco l’Arte millenaria di costruirle ed ho inventato l’Architettura, e forse è proprio per questo che spingo il cancello arrugginito e mi preparo ad entrare. Ingegneri: utili e costosi, ma non possono curare l’essenza delle cose se il male vi si annida.
Come ogni Dea, non do mai senza aver preso.
Questa giovane madre, devo dire, mi onora costantemente, proteggendo il suo focolare, preparando e benedicendo con l’energia delle sue stesse mani, il cibo tanto amato dai suoi bambini e dal suo uomo, in quello che voi chiamate cucina, come ogni vera Femmina Umana sa fare. E’molto emozionata. Potrebbe essere la “svolta” per la sua famigliola, in cerca di un nuovo domicilio, la casa è in vendita ad un ottimo prezzo.
E’ la scelta giusta da fare?
Raramente mi sposto, ma se mi chiamano col cuore io rispondo non tanto con una bella voce, ma con le giuste parole:
sono Estia, antica tra gli Dei, veglio su ogni focolare.
Il mio simbolo è la fiamma, anche quella che esce dai moderni fornelli. Veglio sulla Fiamma Sacra del Mondo e ci sono stati tempi in cui il fuoco a me dedicato non veniva mai spento. Come accadeva a Roma, dove fui nominata Vesta. Sono vergine, così come Artemide ed Atena, e la mia amica qui, è madre, questo la rende una mia protetta. Sono al fianco di ogni madre che mi invoca per la sua famiglia, per il suo focolare.
E’ già dentro, in fase di esplorazione, mentre il tizio dell’agenzia è restato appoggiato alla macchina, dopo aver spiegato brevemente che gli ultimi proprietari erano morti e gli eredi avevano litigato per anni prima di accordarsi per una vendita. Molti anni, penso, ed appoggio la mano sul muro dell’ingresso. Quell’uomo la sa lunga ma io più di lui. Lei mi chiama dal piano superiore e la raggiungo accanto alla finestra, sotto cui è poggiato un vecchio tavolo. E’ dubbiosa, e bisogna proprio essere ottimisti e giovani per vedere una possibilità oltre il velo di tristezza, perché nonostante sia quasi mezzogiorno la stanza è cupa. Stando attenta al vetro rotto la apre e mi guarda.
Sto già mescolando i tarocchi
socchiudo gli occhi. La musica arriva da una macchina parcheggiata lungo il marciapiede, con dei ragazzi intorno. Ordino sempre alla Musica di essere presente, di indicarmi la strada, come un lume nella notte. Un tempo erano tamburi o flauti, ma ora parte il pianoforte, nell’ intro del brano d’inizio millennio, Bring me to life degli Evanescence, poi una voce angelica.
How can you see into my eyes like open doors.
Leading you down into my core
where I’ve become so numb.
Without a soul
my spirit’s sleeping somewhere cold
until you find it there and lead it back .
Wake me up. Wake me up inside.
I can’t wake up. Wake me up inside.
Save me.
Come riesci a vedere dentro i miei occhi
come se fossero porte aperte?
arrivando nelle profondità del mio corpo,
dove sto diventando ghiacciata.
Senza un’anima
il mio spirito sta dormendo in qualche luogo freddo
fino a che non lo ritroverai e lo riporterai indietro.
Svegliami
Svegliami dentro
Non riesco a svegliarmi
Svegliami dentro
Salvami
Chi sei tu? Chiede alla Casa. Chi eri, chi sarai. Su quattro arcani, presi dopo averli tutti mescolati; il quarto tarocco, poggiato in alto a destra sarà il Buon Consiglio. Quattro, quante sono le lettere che compongono la parola CASA:
Un semplice gioco di carte, che ci permetterà di capire se la casa può ospitare la felicità.
La prima carta estratta è il sei di spade : chi sei?
Un’ energia in cerca di una via di fuga, compressa dall’ansia.
(Wake me up)
Wake me up inside
(I can’t wake up)
Wake me up inside
(Save me)
call my name and save me from the dark
(Wake me up)
bid my blood to run
(I can’t wake up)
before I come undone
(Save me)
save me from the nothing I’ve become
(Svegliami.)
Svegliami dentro.
(Non riesco a svegliarmi.)
Svegliami dentro.
(Salvami.)
Chiama il mio nome e salvami dalle tenebre.
(Svegliami.)
Ordina al mio sangue di scorrere.
(Non riesco a svegliarmi.)
Prima che io venga distrutta.
(Salvami.)
Salvami dal nulla che sono diventata
Una folata d’aria gelida ci fa rabbrividire e la porta della stanza si smuove cigolando. Non sempre è possibile avere una seconda occasione, penso, mentre appare il secondo tarocco la Torre, rovesciata.
Chi eri?
Ci sono arcani che ci parlano della fine di un ciclo e di una futura rinascita, ma qui abbiamo lo sgretolamento di qualcosa, la disgregazione. Magari una morte violenta o il desiderio di vendetta si celano dietro il suo richiamo.
Il terzo tarocco si mostra: il Diavolo.
Chi sarai?
Certamente qualcosa di pericoloso, c’è un impulso malvagio in questo desiderio di esistere, una rabbia che non si è trasformata in coraggio. Un’influenza negativa esercitata forse di nascosto. Come solo un fantasma può fare.
Bring me to life
(I’ve been living a lie,
there’s nothing inside)
Bring me to life
Frozen inside, without your touch,
without your love, darling
only you are the life among the dead
All this time
I can’t believe,
I couldn’t see
kept in the dark
but you were there in front of me
I’ve been sleeping
a thousand years it seems
got to open my eyes to everything
Without a thought
without a voice
without a soul
Don’t let me die here
there must be something more
bring me to life
(Wake me up)
Wake me up inside
(I can’t wake up)
Wake me up inside
(Save me)
Riportami in vita
(Ho vissuto nella menzogna
non c’è niente dentro)
Riportami in vita
Ghiacciata dentro, senza il tuo tocco,
senza il tuo amore, cara
Solo tu sei la vita in mezzo alla morte
Per tutto questo tempo
non potevo credere,
non riuscivo a vedere,
chiusa nell’oscurità
ma tu eri lì di fronte a me
Mi sembra di aver dormito
un migliaio di anni
Devo aprire i miei occhi di fronte a tutto
Senza un pensiero
senza una voce
senza un’anima
Non lasciarmi morire qui
Ci deve essere qualcos’altro da fare
Riportami in vita
La quarta ed ultima carta: la Morte.
Se vuoi la tua rinascita, spirito, trapassa. Ma so che non mi ascolterai.
Se vuoi la tua casa, donna, termina qui il pensiero che possa essere questa.
Lei riceve un messaggio e, prima che io possa parlare, lo legge e scoppia a ridere. Il suo uomo è stato promosso ed il nuovo lavoro lo aspetta in un’altra città. Molto lontano da qui.
call my name
and save me from the dark
(Wake me up)
bid my blood to run
(I can’t wake up)
before I come undone
(Save me)
save me from the nothing I’ve become
Bring me to life
(I’ve been living a lie,
there’s nothing inside)
Bring me to life
Chiama il mio nome
e salvami dalle tenebre
(Svegliami)
Ordina al mio sangue di scorrere
(Non riesco a svegliarmi)
Prima che io venga distrutta
(Salvami)
Salvami dal nulla che sono diventata
Riportami in vita
(Ho vissuto nella menzogna
non c’è niente dentro)
Riportami in vita
Sparisce la musica, insieme ai ragazzi ed alla loro auto.
Non è compito nostro, rispondo, mentre usciamo alla luce del sole.
Che ci pensi qualcun altro.