I tarocchi di Anfitrite


I tarocchi di Anfitrite possono essere descritti con 2 semplicissime parole, ovvero amare a mare

Inseguo l’Estate o lei insegue me? Su e giù per il tempo, cambio oceano come si cambia un vestito. L’aria salmastra mi fa sentire libera e viva. L’onda di prua si rigira morbidamente dividendosi in due solchi luminosi mentre la nave avanza nel nostro elemento: il Mare. Fuori dall’ acqua si accascerebbe da un lato, pesante ed inutile ammasso di ferraglia o se il mare dovesse entrare nello scafo la prenderebbe per forza, trascinandola sul fondo. Ricordo cosa vuol dire.

Il mare è maschio ma l’acqua è femmina ed io sono una ninfa, io sono Anfitrite.

Io sono Anfitrite. Nettuno ed il mare sono la stessa cosa, un universo a volte tremendo, altre meraviglioso, ho imparato ad accettare il fatto di appartenergli. L’ho perdonato molte volte, ma non sempre. Lui è il Signore del Mare ed io sono la sua sposa. Le onde su cui galleggiamo seguono il ritmo del mio cuore, potrebbero sollevarci come su un guscio di noce e farci danzare addosso ad un’altra imbarcazione o contro gli scogli. Ma oggi sono tranquilla, viaggio per viaggiare. Ho due sorelle, Teti e Galatea, ed anche se il destino ci ha diviso sono e resto una ninfa del mare; per chi non invecchia forse non esiste il peso degli anni? La saggezza acquisita nel tempo che scorre, quella esiste di certo.

Ero ribelle e non volevo sposarmi, credevo e credo nell’ amore dai mille volti, l’amore corrisposto: volevo amare senza la prigione di un legame.

Nettuno mi ha conquistata e quello che era suo ormai è anche mio. Proteggo il ritorno in ogni porto ed i marinai mi amano, venerandomi con tanti appellativi diversi

in molti oggi hanno scordato il mio vero nome. Nessuno, in particolare, mi ha fatto perdere la testa. Ulisse, intendo. Ho un debole per gli uomini di mare. E’ ritornato a casa, infine, fedele e traditore al tempo stesso: obiettivo raggiunto, ma questa è un’altra storia.

Sono qui per sostenere un ritorno, ancora una volta.

Come smarrita l’ho vista vagare sulla grande nave, sedersi nervosa sul ponte guardandosi attorno.

Le persone sono festose e l’aria che tira è di vacanza ma il vento che le scosta i capelli dal viso mostra che è sul punto di piangere e sono già al suo fianco; il cuore può essere pellegrino tra le correnti della vita ma quando sa cosa vuole, desidera solo il porto in cui fermarsi e gettare l’ancora. Si sfoga spiegandomi che è un amore nato clandestino, anche se lei ha il biglietto. Un biglietto comprato scontato mesi prima insieme a lui, un passaggio ponte, niente cabina, per arrivare da una nazione all’ altra nel Mediterraneo basta poco più di una notte di navigazione.

Per ricominciare una nuova vita.

Entrambi sposati: hanno messo la loro storia alla luce del sole, parlandone con chiarezza; i ponti sono davvero bruciati alle loro spalle? Ed allora, lui dov’è? Il cellulare sembra defunto, la nave si è ormai allontanata dal porto; dopo aver mangiato un panino ed averlo cercato sopra e sotto, nei diversi livelli accessibili ai viaggiatori si è stancata; ha addirittura pensato di chiamare la sua amica del centro di cartomanzia, per un consulto a basso costo, dal telefono pubblico della nave: i contanti li ha ma nella fretta della partenza ha scordato la carta di credito sul comodino, a casa!

Mi guarda ripetendo la domanda che la affligge: lui dov’è? Possibile che, come Ulisse, stia vagando verso un altrove che non la riguarda?

Ma nel futuro trame di passato
si uniscono a brandelli di presente
Ti esalta l’acqua e il gusto del salato
brucia la mente
E ad ogni viaggio reinventarsi un mito
Ad ogni incontro ridisegnare il mondo
E perdersi nel gusto del proibito
Sempre più in fondo

F.Guccini

Eppure io sento che gli amanti sono vicini, ma divisi da un velo che li rende ciechi. Una sorta di muro che allontana, malgrado la vicinanza. Un’attesa continuamente delusa?  Questo legame è un vero atto di fede, nutrito da grandi dosi di speranza e da altrettanta gelosia. Cosa si cerca in realtà nell’ altro è quello che mancava nel matrimonio. La complicità e la passione. Solo i tarocchi ci possono rispondere:

li aprirò per lei e per lui nel Gioco dell’ancora.

Un gioco che si fa con i soli arcani maggiori dei tarocchi di Anfitrite. Dopo averli mescolati bisogna spaccare per sei volte il mazzo, girandoli via via verso l’alto, cominciando da sinistra. La prima carta mostra cosa è a favore ed ecco

Le Stelle

Indica, appunto, nei tarocchi di Anfitrite il favore del cielo ed il fatto che non bisogna sentirsi abbandonati, anche in mezzo al mare, con quest’ arcano il viaggiatore giungerà alla sua meta.

La seconda ci mostra quello che è negativo o sfavorevole

L’Innamorato nei tarocchi di Anfitrite

I dubbi e le incertezze che ognuno porta nel cuore vengono alla luce: come una nuvola oscura grava la minaccia di malintesi. Arcano duplice, che migliora se ben seguito.
La terza carta compare a destra e rappresenta il passato di questo amore:

La Papessa

Tutto ha un principio e quello che incomincia con questa lama tende ad avere un buon esito: è senza ombra di dubbio la protagonista con la sua influenza suggestiva ed il suo vero sentimento.
Il quarto arcano ad apparire si pone a destra e si associa all’ attimo cruciale, al presente:

Il Matto nei tarocchi di Anfitrite


Un cuore matto, matto da legare: la parte irrazionale prende il sopravvento, la visione delle situazioni è totalmente ingarbugliata dalla paura di errori ancora nemmeno commessi. Non è detto però che chi va fuori di testa, non possa recuperarla.
Il quinto arcano si mette al centro ed è il futuro

La Forza nei tarocchi


L’energia e la determinazione annullano le trame insidiose dei dubbi: quest’ arcano è la dimostrazione che non sempre servono i muscoli per vincere, ragione e sentimento si uniscono per sottomettere l’istinto.
Il sesto arcano, posto sopra a corona, mostra l’esito finale

L’Imperatore nei tarocchi di Anfitrite


indica una volontà chiara e forte in un uomo che rispetta gli impegni presi, nel cuore c’è chiarezza assoluta: positivo e costruttivo nella direzione del legame.

L’ultimo arcano si solleva improvviso, spinto da una folata di vento e sparisce oltre il parapetto. Tendo l’indice verso un punto oltre le sue spalle: qualcuno la sta chiamando a gran voce; in un attimo sono uno nelle braccia dell’altra, ogni domanda, ogni preoccupazione sono svanite ed insieme vanno incontro al loro domani. La nave rolla rumorosa verso l’orizzonte. Devo ritrovare il tarocco volato via, spiego al delizioso delfino che sta strofinando il muso sulla mia mano, pregandolo di accompagnarmi. Mi stendo sul suo dorso grigio brunito e via, tra le onde, nel blu.

“Il Mare sorride da lontano. Denti di spuma, Labbra di cielo.”

(Federico Garcia Lorca).

arcane

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