Sono diverso dagli altri dei, ho più empatia per il genere umano e per i suoi difetti.
Nessuno sa stimolare come me la velocità dei cervelli umani, sono Hermes, Il dio che messaggia con l’Olimpo. Ho i numeri per farlo ed i numeri sono sempre importanti: come quello del portone di casa, o quello del giorno in cui inizia un nuovo lavoro oppure quello che si compone, nei momenti di dubbio, per chiamare l’amica del servizio di cartomanzia con carta di credito a basso costo. In questo caso è proprio impossibile, però, trovandoci in una prigione. Proteggo i mercanti e molto spesso i ladri.
Sono il maestro dell’arte di giocare col fuoco e adoro l’uso dei dadi, li porto con me dovunque, sempre in tasca. Mercurio come nome è un po’ troppo serio, ed anche se gli umani mi hanno dedicato addirittura un pianeta, è un nome quasi pesante per questa nuova epoca, fatta di soprannomi e di un gergo che cambia ogni mese. Io, che proteggo chiunque oltrepassi un confine mi sento a volte a disagio in questo tempo di frontiere precise al millimetro. Adoro in ogni caso chi oltrepassa limiti culturali, barriere linguistiche o morali.
Io tifo per loro, sempre. Un mondo in cui sono certamente meno famoso di molti sub-dei a due dimensioni, dei che si vedono ma non ti vedono. Dei ciechi, mai sentita una cosa così.
Se mi chiami so sempre come rispondere, sono il dio dell’eloquenza.
Se decido di starti al fianco sentirai un brivido ed il mio sguardo addosso. Sono qui con te, meglio che niente no?
Mi guarda dubbioso, ecco un altro fuori di testa pensa; è da un pezzo che aspetta, si passa la mano nervosamente sulla testa quasi rasata, ma non pare uno schiavo e nemmeno un eunuco. Guarda a terra e tende la mano verso i dadi. La cella di sicurezza non è il massimo ed oggi ho deciso di ingannare il tempo insegnando a questo giovane probabile ladro a guardare con i dadi, oltre le sbarre.
Guarderemo con un semplice gioco di dadi, il suo passato, il suo presente ed il suo futuro.
Lo hanno messo qui senza una spiegazione e ci è entrato frenando. Io non c’entro. Invece sei qui e per forza. Innocente? Gli cade uno dei tre dadi di mano. E’ un asso. Gli spiego scuotendo la testa, che deve lanciarli tutti e tre, per tre volte. Vale per ieri, oggi e domani. Sommeremo tutte le cifre che compaiono ad ogni lancio ed otterremo un responso, ricordando che 1 è No, 2 è il Si. il 3 è Riuscita; il 4 Solitudine; il 5 Unione; 6 Lentezza nella riuscita; 7 Attesa utile; 8 Equilibrio; 9 Cambiamento; 10 Povertà; 11 Lite, sconfitta 12 Verità; 13 Fortuna 14 Velocità nella riuscita; 15 Ricchezza; 16 Confusione, bugie; 17 Sfortuna; 18 Concordia.
Quando le cifre sono uguali, nel lancio a tre dadi:
1 1 1 – Colpo del Cane – Sconfitta.
2 2 2 – Lentezza
3 3 3 – Velocità
4 4 4 – Cambiamento
5 5 5 – Fortuna
6 6 6 – Colpo di Venere – Vittoria
Lo sprono al primo lancio ed appare prima un cinque, poi un altro ed infine un sei. Il passato recente.
Credo effettivamente, che tu sia qui per le tue bugie. Il numero che viene fuori è il sedici, falsità e menzogne in cui hai affondato i piedi, fino ad impantanarti.
Infastidito, confessa di aver rubato la donna al suo migliore amico, ieri sera. Tutto qua. Gli faccio notare che, negli ultimi tempi, non è contro legge. Certo, non è una bella cosa: in altri periodi, in altri luoghi è un tipo di furto imperdonabile, che mette a rischio la pelle, ma qui ed oggi non basta per finire dentro. Mi parla di sentimenti tentando una difesa: le cose si rubano, le persone no.
Dipende dai punti di vista, lo correggo, e comunque abbiamo entrambi una storia recente piena di inganni.
Inevitabilmente credo più al responso dei dadi.
E’ ora di dare uno sguardo al presente con il secondo lancio:
Appare prima un quattro, poi un tre ed infine un due.
Questa punizione non ti farà cambiare, vero? Nessuno può farlo per te. Mi dici che stai al fresco, prigioniero. Invece stai già cambiando, anche se non ti puoi muovere.
Non sai quando cambi e soprattutto quanto cambi, finché non cominci ad andare.
La somma dei numeri da’ nove, il cambiamento. Se chiudi gli occhi e pensi a come sei finito qui ti senti molto sfortunato. Un gran brutto cambiamento. Te lo leggo dentro. Ti senti in colpa per aver fatto un errore: credimi, in questa galera tutti i detenuti l’hanno pensato almeno una volta.
Questo mutamento è lo specchio di qualcosa che dipende da chi sei e non da dove sei.
All’ improvviso vorresti parlare ma non con me e nemmeno con chi ti ha sbattuto qui dentro. Vorresti parlare con il tuo amico, ce l’hai scritto in faccia.
Chiarire qualcosa in tutta questa confusa situazione. Mi ripeti di essere innocente, ma è chiaro che sei colpevole. Dici di avergli rubato la donna ma qui si sente, si percepisce dietro il peso che ti senti addosso, un valore più grande.
Il tradimento ti fa sentire un miserabile. Come uno che ruba una cassaforte senza mai riuscire ad aprirla e resta inevitabilmente più povero di prima.
I dadi: Il terzo tiro è d’obbligo, ci parla di futuro.
In sequenza appare prima un cinque, poi gliene rotola addosso un altro ed infine un altro ancora. I dadi si sono forse accorti della mia presenza al tuo fianco?
La sorte è favorevole aldilà delle apparenze.
Colpo fortunato, tre cinque. Alzandosi in piedi, sbuffa con insofferenza, mentre raccolgo i dadi. La porta della cella, aprendosi all’ improvviso mostra la faccia seria di un secondino.
Lo guarda, appellandolo con nome e cognome ed aggiunge che ormai può smettere di parlare da solo come un pazzo, può uscire. Omonimia, spiegando che non è una parolaccia, aggiunge che il ricercato ha il suo stesso nome, ma una data di nascita diversa. E’ libero.
Sono già in volo sui tetti, mentre lui è alla fermata del bus. Ha il cellulare in mano ed il numero del suo migliore amico in mente, e vai con Hermes, pensa.
Gli sfreccio davanti, ma coglie solo il bagliore del mio elmetto alato, sussurrando le parole di uno scrittore del secolo scorso
“Gli antichi dei esistono ancora, perché sono immortali. Finché vivono gli uomini, gli dei non possono morire, neppure se lo vogliono. A meno che non commettano suicidio, sterminando l’umanità”
S. Nadolny