Il numero non ha un significato solo matematico ma anche mistico, non essendo solo un concetto astratto ma dentro tutte le cose ed alcuni numeri sono fondamentali per la nostra esistenza a volte nascondono un avvertimento, altre un’opportunità da cogliere al volo, come quando in cerca di risposte, si compone il numero del servizio di cartomanzia con carta di credito a basso costo.
Pitagora ed i suoi adepti per primi scoprirono la funzione fondamentale del misurare matematicamente per riuscire a comprendere non solo l’ordine ma anche l’equilibrio e l’armonia. La lotta tra gli opposti è conciliata da un principio armonico, che è matrice e legame degli stessi opposti, e contiene il vero senso delle cose. La natura dell’armonia è poi rivelata dalla musica ed i rapporti che contiene sono quindi presi dai pitagorici come modello di un concetto di armonia universale. La cultura filosofica greca ha sempre avuto un’inclinazione per lo studio della misura
“La cosa più difficile di tutte è cogliere l’invisibile misura della saggezza, la quale solo reca in sé i limiti di tutte le cose”.
Ipse dixit, un motto latino su misura per il grande studioso: e cosa disse? che la vita è simile ad una folla riunita in festa, dove alcuni nascono schiavi della gloria e cacciatori di guadagno, altri filosofi e avidi della verità. Nella sua scuola esoterica esistevano molti limiti: vigeva la legge del Non Uccidere quindi non si mangiavano né si cacciavano animali, dato che era convinto che anche le altre creature, oltre l’uomo, avessero un’anima.
Questa legge, non scritta, perché niente di quello che si imparava nella Grande Scuola poteva essere trascritto ma solo memorizzato, è una delle tante che forgiavano i Pitagorei, così come quella che consiglia, allontanandosi per un viaggio dalla propria terra, di non voltarsi al confine.
Il viaggio dentro al numero sei ci porta nella creazione, come l’esagono che fonde due triangoli, è l’emblema dell’unione dei due sessi;
Il sei resulta dalla moltiplicazione del due, il principio femminile, per il primo numero dispari cioè maschile, esso era chiamato gamos ed era
il numero sacro ad Afrodite. I pitagorici distinguevano tre specie di numeri: i numeri perfetti, i numeri ellittici ed i numeri iperbolici. Quelli perfetti
erano quelli per i quali la somma dei divisori era esattamente uguale al numero stesso. I numeri ellittici quelli per i quali la somma dei divisori era minore del numero stesso. I numeri iperbolici quelli per i quali la somma dei divisori superava il numero stesso. Nel sei accade che la somma dei suoi divisori è uguale al dividendo: 1+2+3= 6 (questo succede nuovamente solo al 28 i cui divisori sono 4,7 e 14).
La somma 1 + 2 + 3 + 4 = 10 ossia l’insieme dell’unità, della dualità, della tetrade, chiamato decade, è perfetta e contiene il tutto: il punto, la linea, la superficie ed il mondo concreto materiale solido.
Il numero è la sostanza del mondo
tutte le opposizioni del mondo vanno ricondotte a opposizioni tra numeri. l’opposizione fondamentale delle cose rispetto all’ordine misurabile che costituisce la loro sostanza è quella di limite e di illimitato: il limite, che rende possibile la misura e l’illimitato che la esclude. Ogni numero contiene un dritto ed un rovescio: Uno Limite, illimitato; Due Impari, pari; Tre unità, molteplicità; Quattro Destra, sinistra; Cinque Quiete, movimento;
Sei Maschio, femmina; Sette Retta, curva; Otto Luce, tenebre; Nove Bene, male Dieci Cerchio, quadrato. Il limite, cioè l’ordine, è la perfezione.
Figlio del numero sei è l’esagramma, un simbolo che realmente appartiene alla memoria dell’uomo da millenni, come direbbero i greci, un Koinè universale.
Un numero espresso con una disposizione geometrica.
Nell’ intreccio di antichi valori lo ritroviamo presente in culture le cui origini si perdono nella notte dei tempi, in Grecia Aristotele, usò i triangoli in differenti posizioni per indicare i diversi elementi basici. I triangoli sovrapposti rappresentano quindi le combinazioni dei quattro Elementi, il che è restato a far parte dell’Alchimia.
L’emblema a forma di stella appare incancellabile e potente in quella ebraica, in cui non era un simbolo del monoteismo, ma un talismano contro i cattivi spiriti, collegata al culto di Astarte, la Gran Madre fenicia, specchio della babilonese Ishtar. Ha caratteristiche difensive, uno scudo contro le avversità. La sua creativa articolazione si ritrova nei mandala indiani e tibetani.
A queste rappresentazioni mistiche si attribuiscono diversi significati, ma spesso traducono, nell’ intricata trama di immagini, proprio la sintesi figurata della molteplicità nell’unità.
Nell’Induismo la stella a sei punte contiene la forma dell’universo, creato dalla vibrazione del suono primordiale. Onde sonore universali o musica delle Sfere, come nella visione pitagorica. Tra gli Arcani Minori del mazzo di tarocchi il sei è considerato un valore ambiguo, come se, sempre in lotta fra loro, contenesse due forze diverse. Non regala sempre un lieto fine.
Sei di bastoni
Il fulcro del Sei di Bastoni è la vittoria. Questa carta, dell’elemento fuoco, si riferisce a un esito positivo di una sfida, un progetto o un dato evento. Permette il superamento della confusione generata dalle due polarità opposte che il numero contiene attraverso un atteggiamento prudente e grande fiducia in se stessi. In questa carta c’è sempre il peso del lavoro, a volte inteso proprio come fatica.
Sei di denari
In questa lama l’energia tra generosità ed avidità entra in conflitto, se la sorte appare favorevole il lato in ombra chiama prudenza quando si sfrutta qualcosa o qualcuno. Il benessere può attirare sempre invidia e cattivi consigli. Carta positiva se bene accompagnata e viceversa, contiene l’istinto oscuro e l’ordine universale, il male ed il bene.
Sei di spade
In questa lama, dell’elemento aria, si riflette l’ansia per un cambiamento che può passare attraverso una rinuncia o il doversi adeguare: se la vita è un percorso in qualche modo ci si sente fermi, bloccati; bisogna riprendere il cammino e questo può riuscire solo superando l’angoscia. Il viaggio porta sempre un possibile addio e bisogna essere preparati.
Sei di coppe
L’imperfetto è il tempo del passato recente, qualcosa che non può tornare, quest’ arcano porta la nostalgia per un vissuto che non trova nessun riscontro nel presente, acqua ferma fra due dimensioni in attesa di sgorgare limpida e fresca. La considerazione che non tutto quello che è nella memoria, comune o individuale, sia stato vano, inutile, dipende dalla voglia che si ha di cambiare realmente le cose. Il presente, però, non permette di restare fermi sulla soglia di situazioni già vissute. Lama fragile, che migliora se ben accompagnata.
L’opposto in accordo e dai discordi bellissima armonia e tutto avviene secondo contesa.
Eraclito