Non c’è due senza tre


Gli studiosi della scuola di Pitagora, in Europa, hanno messo le basi dell’aritmetica e del significato dei numeri.

Un significato profondo e magico    

Quante volte nella vita ritroviamo alcuni numeri, in eventi bellissimi o da dimenticare! Altrettante volte dal giusto numero può dipendere la buona sorte: il classico non è vero ma ci credo, un dubbio, una ricerca, sono quello che ci spinge a chiamare il servizio di cartomanzia con carta di credito, per avere un consiglio ed una visione diversa.

Secondo alcuni scettici Pitagora fu solo un sognatore, anche troppo moralista, per altri fu solo una leggenda; esiste però una corrente di pensiero, sottolineata dalla testimonianza di un filosofo della sua epoca, Empedocle, che dà per certa l’esistenza di Pitagora vissuto seicento anni prima di Cristo.

Aveva approfondito molti aspetti del vivere e della natura, forse era anche un artista, sicuramente un saggio.                  

Fondò la sua scuola a Crotone: la città era una colonia dorica, magari figlia di Sparta, e la più antica delle leggi comuni ai Dori è la divisione in tre tribù, come cita Omero.  I greci usavano la numerazione decimale, a base dieci come noi, in cui il dieci e le potenze del dieci rappresentano delle unità di ordine superiore. Altre antiche tribù usavano quella a base tre: forse qui è la matrice di una numerazione a base tre che ha impresso un potente marchio nella mentalità stessa delle persone che può aver determinato la fissazione pitagorica per il numero tre.

Da allora il tre è considerato come il numero perfetto per eccellenza:

il detto latino omne trinum est perfectum, (tutto ciò che è trino è perfetto) si ispira a questo concetto. In generale, nella sua scuola vigeva il principio che in ogni serie di cose doveva essere possibile una divisione in tre categorie. In aritmetica, anche pitagorica, vi sono tre operazioni dirette: l’addizione, la moltiplicazione e l’innalzamento a potenza, accompagnate dalle tre operazioni inverse. Ora il prodotto dell’unità per sé stessa è ancora l’unità, ed una potenza dell’unità è ancora l’unità; quindi soltanto l’addizione permette il passaggio dall’unità alla dualità. I numeri come il tre ed il cinque che non sono la somma di due parti uguali, si chiamano numeri dispari. Il tre è il primo numero che ammette oltre alla raffigurazione lineare una raffigurazione piana, mediante i tre vertici di un triangolo (equilatero). Il tre è un numero triangolare; esso è il risultato dell’ unione della monade e della diade, dell’ Uno e del Due; l, 2, 3 è la sola terna di interi consecutivi per la quale accade che la somma dei primi due è eguale al terzo; la caratteristica della filosofia pitagorica era la connessione sempre presente delle varie scienze tra loro ed in particolare della geometria con l’aritmetica, della musica, con l’anima e con l’astronomia.

Per i Pitagorici e per Platone la geometria era una scienza sacra, esoterica, segreta, così come fondamentale era lo studio dei primi quattro numeri: chiamato tetractis.

Il numero tre appare come il termine di questa sequenza nel sistema di numerazione a base ternaria, il quattro è una nuova unità, come il dieci lo è nel sistema decimale. Il tre è l’ultimo numero e quindi il numero perfetto.

Dante Alighieri osserva che la terna delle terne, ossia il numero nove,  prodotto di tre per tre, è per questa ragione, un numero perfettissimo

e non stupisce che il tre ed il nove abbiano una grande importanza in molti culti e nella magia. Il sommo Poeta Dante ha diviso la sua Commedia in tre cantiche ciascuna di 33 canti scritti in terzine ciascuna di 33 sillabe. La passione per il numero tre, come un portale esoterico, gli ha consentito di creare qualcosa di magico ed eterno. Qualcosa di divino, appunto. Ma non solo i pitagorici davano al numero tre un valore speciale: la tradizione dell’estremo oriente la espone nel Tao-te-king con la formula: Uno ha prodotto due, Due ha prodotto tre, Tre ha prodotto tutti i numeri.

I celti avevano un simbolo che rappresentava l’arcana forza del numero Tre, il Triskell.

Proteggeva le tre età dell’essere umano (nascita, maturità e vecchiaia) e le tre nature diverse di tutte le forze spirituali: umana, animale e vegetale. Gli aspetti del tempo: presente, passato e futuro, in un unico ciclo, dove tutto accade contemporaneamente.

Gli antichi popoli greci e latini veneravano tre Dei Maggiori: Giove, Nettuno e Plutone, figli di Saturno. e di Rea. Dopo l’unità Saturnia, cioè l’unione del mondo in cui sono implicite tutte le cose, essi divisero il mondo sensibile in tre regioni; celeste retta da Giove, media da Nettuno, sotterranea da Plutone; si hanno dunque tre fratelli, tre regni, tre scettri, tutti e tre a tre punte. Si hanno poi le tre Furie, dee della Vendetta: Aletto, Tisifone, Megera; le tre Arpie: Aello, Ocypeta, Celano che pure si arrabbiavano spesso ed erano tre-mende; le tre Parche, padrone del tempo, della vita e della morte: Cloto, Lachesis, Atropo. Il cristianesimo ha la santissima trinità ed in molti altri simboli del culto compare il numero tre. Nel pitagoreismo questa venerazione del tre assume una importanza tutta speciale, proprio per la funzione esoterica riconosciuta al numero. Porfirio, pitagorico e studioso di Alessandria, scrisse: “esiste in natura qualcosa che ha principio, mezzo e fine, ed a indicare tale forma e natura i pitagorici destinarono il numero tre”

Negli Arcani Minori dei Tarocchi i Tre sono elementi portanti di energie diverse:

il Tre di Bastoni

L’ingegno e l’apprendimento permettono di superare gli ostacoli più difficili: le opportunità che via via si presentano portano ad un cambiamento in meglio.  Questa lama regala la fiducia, meritata, in sé stessi e la voglia di guardare oltre un orizzonte che si ferma al tetto. Il fatto stesso di pensare con convinzione ad un esito positivo è parte di questa carta il cui seme si associa al fuoco ed alla forza di volontà: permette di tirare fuori la ragione per cui ci battiamo, in un dato momento e l’energia per farlo.

il Tre di Denari

L’ispirazione si concretizza nella nascita di prosperità. Una carta che impone la consapevolezza di non essere i soli a meritare la vittoria, in quanto frutto di collaborazione, ognuno ha contribuito per raggiungere l’obiettivo…con l’aiuto di un pizzico di Fortuna. Il seme di denari è sempre la terra, intesa come elemento tangibile e concreto: riporta al dominio dell’ambiente intorno a noi ed alle azioni che compiamo per modellarlo.

il Tre di Spade

La separazione di tutto ciò che è unito. Portatrice di tristezza e di perdita, che solo l’unione o la sequenza di altri arcani può alleviare: il dolore non permette agli umani di essere ignorato, chiamato con altri nomi o messo in secondo piano. Il seme di spade si associa all’aria, in questo caso aria di tempesta. Contiene tutte le azioni che sono passibili di pericolo e che attraversano una sfida se non un conflitto. La sconfitta va accettata e compresa, come quando si tocca il fondo e non resta che risalire, se si vuole procedere nella vita.

Il Tre di Coppe

L’evoluzione dell’Amore, che ha molti volti. Carta di comprensione reciproca, di promesse mantenute a sostegno di legami duraturi; l’arcano della felicità familiare e delle difficoltà superate. Un legame fertile che regala buoni frutti. Il contenuto simbolico della Coppa non è solo l ‘amore: è la memoria ma anche un sogno possibile. Si associa all’ elemento acqua, dalla quale tutti proveniamo ed a cui dobbiamo la Vita.

“Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato” 

Cartello scritto a mano nell’ufficio di  Albert Einstein all’università di Princeton

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