Rune d’ Autunno


le rune

Siamo entrati nella stagione dell’Autunno e l’Estate ci ha regalato aria aperta e la possibilità di muoverci.  Abbiamo tuttavia il terrore di essere rinchiusi, non abbiamo affatto imparato a stare da soli perché siamo animali da branco. La ricerca del nemico è aperta a tutti, ma questo ci può spingere a vedere nemici ovunque. L’ eterna disputa dell’o stai con me o contro di me. Questo ci porterà una stagione fredda o fin troppo calda? Chiederò alle rune se la sorte per noi, il popolo di lavoratori, avventurieri, artisti, guerrieri e santi, potrà migliorare. Se ritroveremo la fiducia nello sguardo degli altri e non l’ombra dell’ansia.

Chiamo le rune d’ Autunno per visione e consiglio

scuotendo il sacchetto di tela in cui riposano per il passato prossimo, per il presente, per il futuro che sta oltre la punta dei nostri piedi. Sciolgo il laccio ed ecco roteando su sé stessa si poggia a faccia in su, sul panno bianco che la aspetta, la prima runa.

Algiz

Se è dietro alle nostre spalle nel recente scorrere degli eventi, è rassicurante questa potente runa che si associa all’ Alce, il maestoso abitante delle foreste del nord.

“La paura ha il suo posto in ogni cuore. Il coraggio è solo una risposta”

Algiz

Questo è quanto sussurra Algiz. La sua forza protegge ed educa, fa crescere il senso d’indipendenza nell’ego ma anche la fede in noi stessi ed in quello che è più grande di noi, la Vita. E’ impossibile che un umano non provi il sentimento della paura, se no sarebbe fuori dalla specie. Il coraggio di fronte a quello che ci spaventa, ecco cosa porta Algiz: la paura è l’antico istinto che ci avverte che bisogna agire nel senso di protezione e difesa ed è quindi indispensabile.

Il simbolo dell’Alce, in questa runa, si accompagna anche a quello del cigno, che a sua volta ci riporta alle Valchirie. Sotto l’ala protettrice di Odino questi spiriti femminili, spiega la mitologia nordica,

hanno il potere della conoscenza celeste

e sono, un po’ come gli angeli dei cattolici, messaggere divine. A differenza della maggior parte degli angeli, sono bene armate, in quanto divinità guerriere.

celeste

E’ semplice invocarle, basta pensare ad un cigno, tenendo però sempre a mente che le Valchirie non aiuteranno a sfuggire ad una giusta punizione per azioni sbagliate o immorali. In questa runa c’è il potere di aver capito che esiste una dura sfida, di affrontarla e di vincerla. Algiz è la giusta invocazione al Cielo per riceverne aiuto e sostegno, ha in sé una richiesta d’aiuto ma anche la riconoscenza di poter contare su una barriera di difesa.

Ora è il momento della runa legata al presente: scuotendo il sacchetto, frusciano le rune. Ruota, resta in equilibrio e si appoggia dritta: Uruz.

E’ una runa dall’anima maschile ed aumenta il potere delle rune cui si accompagna, sia nel bene che nel male.

simbolo della forza primitiva

che appare nelle sembianze di un animale selvaggio e antico, oramai estinto, detto Uro ( Bos primigenius). ). L’ antico poema runico inglese recita quanto segue: “ L’Uro è un animale tarchiato, dotato di corna lunghe e diritte, è un lottatore feroce, che vaga pesantemente nella brughiera”. La forma della runa  raffigura le corna del toro, che come l’ uro è dotato di lunghe corna arcuate. Anticamente le corna dell’uro servivano da boccali per i veri eroi. Un corno d’uro poteva contenere fino a un gallone di birra (4,54 lt).

Uruz ci riporta alla forza brutale che caratterizzava la nostra vita, il nostro essere vivi ed umani in tempi primitivi;

Uruz

Somiglia ad un’architettura arcaica, semplice ma che resiste ai millenni ed all’ usura del tempo: un vero e proprio Dolmen dell’Europa preistorica, le cui pietre poco lavorate hanno subito un lavoro grezzo ma destinato a durare in eterno da parte della mano dell’uomo. Questa runa è carica della forza estrema dei nostri antenati, della perseveranza e dell’energia, viste sia come potenziale creativo che come volontà di combattere contro tutte le avversità; Uruz dona la capacità di fronteggiare chiunque.

Resta quella forza che non potrà mai essere controllata da un singolo uomo

è un’energia che appartiene alla collettività e che se adoperata correttamente, forma un baluardo irresistibile contro la tirannia ed il successo che porta è uno di quelli che favorisce il bene comune. E’ la forza che cambia e modella gli eventi per mezzo della volontà consapevole dei molti e non dei pochi.

Uruz, è quindi una runa di libertà

In questo caso porta al nostro presente la buona fortuna, ci invita a vincere e ad avere successo ma non a spese degli altri. Abbiamo oggi la capacità di raccogliere tutte le sue forze per impiegarle nel superamento di tutti gli ostacoli che si potranno presentare. Tutto quello che richiede tenacia, forza di volontà e perseveranza sarà infine ottenuto.

Infine l’ultima runa, quella del futuro, si rivela, cadendo dritta e sicura: Kaun

Detta anche  Kenaz , è una runa femmina, associata alla lettera K del nostro alfabeto ed anche al numero 6 e si unisce simbolicamente alla fiamma ed al fuoco: non è sempre il fuoco che divampa e distrugge, ma è anche la torcia che lentamente illumina il buio.

Così come sussurra di segreti femminili nascosti saggiamente, di intuizione, di entusiasmo nell’insegnamento e nell’apprendimento, di studio.

Cammino

rappresenta ciò che illumina il cammino dissipando il buio dell’ignoranza.

La sua forma così simile ad un volo lineare, come quello di uno stormo perfetto, può apparire anche come qualcosa che “penetra”. Ci chiede infatti di usare l’intelligenza per penetrare il significato delle cose; Come dice il Poeta “non c’è niente di occulto che non possa essere rivelato” per acquisire nuove conoscenze.

 Simbolizza l’uso che gli uomini fanno del fuoco domato. L’antico poema runico inglese ci dice :

la fiaccola è un fuoco vivo, chiaro e luminoso. Molto spesso brucia dove all’interno riposano uomini nobili”.

Il significato letterale di Kaun corrisponde alla fiaccola tremolante, che anticamente veniva usata per illuminare ed anche ai rami resinosi di pino dai quali si ricavano le fiaccole. E’ qualcosa che porta luce nell’esistenza degli umani attraverso il cambiamento. Come sappiamo il fuoco serve anche nell’officina o nella fucina di un fabbro, ad esempio, dove la materia grezza viene trasformata in metallo utile per mezzo dell’ingegno e dell’abilità umana. Potremmo dire che il fuoco di Kaun è la matrice di sogni e progetti che nascono nella mente dell’uomo ed ha in sé anche l’eco del rogo funebre, ma solo quando si mostra al rovescio. La trasformazione rende nuovo qualcosa e quindi, riferito ad un periodo ci sussurra di un nuovo inizio: porta insieme alle foglie che cadono, una restrizione sana cioè

sapere cosa dobbiamo frenare al fine di conservare il Fuoco Sacro per un Bene Maggiore, per il Bene Comune.

L’ Autunno marciando verso l’Inverno, porterà la risoluzione di un problema di lunga data e la soluzione apparirà semplice ma sarà stata il frutto di una lunga battaglia, di una lunga ricerca della verità. Illuminazione e chiarezza non arrivano mai senza sacrificio e quindi potrà essere necessario rinunciare a qualcosa di prezioso, ma non è detto che si rinunci per sempre.

Fin dai tempi più remoti il fuoco è stato prezioso per gli Homo Sapiens, partendo dalla preistoria, passando per le Vestali romane, che gli dedicavano la vita e la purezza, fino ai nostri giorni. Il fuoco da sempre crea la possibilità di vivere meglio, trasforma, accende l’empatia fra di noi quando, in pace, ci sediamo ad ammirarlo.

Kaun

Kaun ci accompagna al domani bisbigliando sulle ali di un mito che rinasce sempre dal fuoco:

Perché alla fine, lo sai che passerà, come è già passato una volta, anche se oggi sembra peggio di allora.

A certe cose non ci si abitua ed è meglio così: perché nella durezza di certi momenti troveremo la forza per riemergere.

La Fenice non ama diventare cenere per rinascere, ma è l’unico modo che ha per rimanere eterna.

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